giovedì 10 Ottobre 2024 - 07:15

Alta Via della Grande Guerra delle Prealpi Vicentine, un museo diffuso per non dimenticare

di Piergiorgio Felletti

 – Le Prealpi della Provincia di Vicenza sono un territorio in cui la natura si intreccia con la storia e la memoria, creando un legame indissolubile e tangibile, dove è custodito uno dei più grandi patrimoni della Grande Guerra, fatto di trincee, forti, camminamenti, sentieri, manufatti, testimonianze del passato che suscitano emozioni.
Per questo, dal 2001 questo museo all’aperto della Grande Guerra, nell’ambito di un preciso intervento di valorizzazione, è stato oggetto di attività di recupero fruendo di fondi messi a disposizione dal Ministero dei Beni Culturali.
Attraverso la realizzazione di un articolato progetto che ha coinvolto la Provincia di Vicenza, l’Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, con la Regione Veneto, il Comune di Schio ed altri 24 Comuni del territorio, l’Alta Via della Grande Guerra delle Prealpi Vicentine è diventata realtà. (www.avgg.provincia.vicenza.it)
Il progetto è stato reso possibile dalla fattiva collaborazione delle diverse Istituzioni pubbliche con l’Associazione Alda (www.alda-europe.eu/it), incaricata di fare conoscere, sviluppare e promuovere questo qualificante intervento.
L’Associazione, costituita nel 1999 su iniziativa del Consiglio d’Europa, è un’organizzazione non governativa che opera a livello internazionale, dedicata alla promozione del buon governo e della partecipazione cittadina a livello locale.
Al centro del progetto sono inseriti i quattro sacrari militari, Pasubio, Cimone, Asiago e Grappa che non solo contengono le salme dei Caduti che sacrificarono le loro vite in difesa della patria, ma rappresentano il fulcro tangibile della memoria collettiva e della libertà.
In questo territorio, ricco di storia e vivide testimonianze legate alle vicende della Grande Guerra, è ubicata la località Bocchetta Campiglia, che deve la propria importanza storica per essere stata il punto di massimo avanzamento dell’esercito austro-ungarico.
Ma costituì anche la piccola sella posta ai piedi del massiccio del Pasubio, in cui l’esercito italiano riuscì a fermare l’avanzata nemica altrimenti lanciata verso la pianura vicentina.
Inoltre, da tale località prende il via la celebre Strada delle 52 gallerie denominata anche Strada della Prima Armata, che venne costruita per accedere alla zona sommitale del Pasubio senza esporsi al fuoco austriaco.
Si tratta di una mulattiera militare che si snoda fino alle porte del Pasubio, attraversando il versante meridionale del monte e caratterizzato da guglie, gole profonde e pareti rocciose a strapiombo.
Nei pressi è visitabile anche il Forte Monte Maso (www.fortemaso.it), un forte corazzato che con il il fronte di guerra lontano che durò per tutto il conflitto, non sparò alcun colpo d’artiglieria durante la guerra 1915-1918 e pertanto venne destinando alla funzione di deposito e confezionamento munizioni.
Nei pressi è aperta un’accogliente trattoria ed un attiguo museo, interno al forte che fa parte della rete museale Altovicentinio (www.museialtovicentino.it), ospita tra l’altro la collezione fotografica del comandante Camillo Canali, che diresse le operazioni belliche del Forte nel 1915 e che documenta la struttura in quel periodo.
Una visita merita il vicino Sacrario militare dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale che si erge sul promontorio del Colle Bellavista, nel Comune di Valli del Pasubio e nei pressi del passo Pian delle Fugazze (Tn).
L’ossario, ricavato nel basamento della torre, comprende una cripta centrale e due gallerie concentriche.
Nella cripta, in cui sono raccolti i resti di 70 decorati al valore militare, è stata tumulata anche la salma del Generale Guglielmo Pecori Giraldi, che resse il Comando della prima armata dal 9 maggio 1916.
Nella galleria intorno alla cripta sono custodite le spoglie dei militari noti ed ignoti.
Proseguendo poi sull’Altopiano di Sette Comuni, di può andare alla (ri)scoperta delle diverse emergenze e testimonianze storiche legate alla Prima Guerra Mondiale.
In questo teatro bellico, una battaglia cruenta e sanguinosa venne combattuta al Monte Cengio.
Nel breve periodo tra il 29 maggio ed il 3 giugno 1916, la montagna fu teatro di diverse epiche battaglie in cui furono coinvolti soprattutto i reparti dei Granatieri di Sardegna che sulla montagna persero complessivamente 10.264 uomini, assieme ai fanti di diverse altre brigate.
L’itinerario di conoscenza storica può proseguire con una visita al Sacrario Militare di Asiago, ormai inglobato nel paese di Asiago, che subì un grave assalto austro-ungarico alla fine di maggio del 1916, con conseguenti danni estesi e occupazione da parte delle forze asburgiche che lo saccheggiarono.
Il Sacrario sorge sul Colle Leiten e per tale motivo è anche conosciuto come Sacrario del Leiten.
Il monumento si integra armoniosamente con il paesaggio circostante, adesso caratterizzato da prati e boschi verdi, ma che durante la Grande Guerra era un vasto campo di battaglia.
Nel Sacrario sono conservate le salme di 33.086 caduti italiani, di cui 12.795 identificati e sistemati in loculi individuali, oltre a 20.291 ignoti sepolti in tombe collettive, oltre che di numerosi caduti austro-ungarici.
Significativi ed altamente simbolici sono anche il Sacrario Militare del monte Cimone che sorge sulla sommità dell’omonimo monte, a 1226 metri s.l.m., in Comune di Tonezza del Cimone.
Il Sacrario Militare di Cima Grappa, tra i principali sacrari della Prima Guerra Mondiale, si trova sulla cima del Monte Grappa.
Il progetto fu concepito per riunire le spoglie di un vasto numero di caduti della Grande Guerra, precedentemente sepolti in diversi punti del Massiccio.
Il sacrario contiene le spoglie di 22.910 soldati divise nel settore settentrionale e nel settore meridionale.
Nella sezione settentrionale si trova l’ossario austro-ungarico, in cui sono conservati i resti di 10.295 caduti, di cui solamente 295 identificati, mentre nella sezione meridionale si trova l’ossario italiano, con i resti di 12.615 caduti, di cui solo 2.283 identificati.
La struttura è composta da gradoni semicircolari che seguono la pendenza naturale del terreno, sviluppandosi dalla Strada Cadorna fino alla vetta.
Al centro dell’ossario italiano si erge il sacello della Madonna del Grappa, che ospita la statua della Vergine Ausiliatrice posta sulla vetta nel 1901 dal patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, futuro Papa Pio X.

 

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