Testo e foto di Leonardo Felician
– Malta è uno dei paesi confinanti con l’Italia, dove il confine in realtà è il braccio di mare che la separa dalla Sicilia. Esteso per soli 326 chilometri quadrati, è lo Stato più piccolo dell’Unione Europea cui appartiene dal 2004.
E’ un Paese molto sicuro, con ottime infrastrutture, ben collegato e con buone strade, dove però si guida a sinistra come in Inghilterra, retaggio di un secolo e mezzo di dominazione inglese. Le auto provenienti dall’Italia sono rare, il traghetto funziona, ma raggiungere il porto di Pozzallo all’estremità meridionale della Sicilia può essere molto lungo.
Molto più comodo è noleggiare una macchina oppure utilizzare i servizi di taxi oppure di sharing, ma anche di comodi e puntuali autobus di linea, perché le distanze sono sempre molto abbordabili.
Le lingue ufficiali sono l’inglese ed il maltese, una lingua semitica non facile, anche se in realtà contiene molte parole riconoscibili, perché deriva da un complesso incrocio forgiato attraverso i secoli tra il siciliano e l’arabo.
Per effetto delle trasmissioni televisive italiane non è raro però trovare chi capisce e magari anche parla un po’ di italiano, anche perché i turisti italiani, insieme agli inglesi, sono al top negli arrivi a Malta: l’unico aeroporto si trova a una decina di minuti di macchina dalla capitale ed è ben collegato con diverse città italiane da KM Malta Airlines a tariffe davvero molto convenienti.(https://kmmaltairlines.com)
L’arcipelago maltese però non è formato solo l’isola di Malta: c’è anche l’isola di Gozo che negli ultimi anni è cresciuta molto come destinazione turistica in sé e non solo per una breve escursione toccata-e-fuga da Malta.
Per raggiungere Gozo una volta atterrati all’aeroporto di Malta ci sono due alternative: la prima è il traghetto veloce passeggeri, chiamato Fast Ferry, che direttamente dal porto della capitale Valletta conduce a Mgarr, il porto d’ingresso a sud-est di Gozo.
L’alternativa è fruire di un servizio di linea o di un taxi sull’isola di Malta per raggiungere il porto d’imbarco e qui, con un traghetto di dimensioni maggiori che può trasportare anche auto, dopo un’attraversata molto più breve raggiungere comunque Mgarr, da dove cominciare l’esplorazione dell’isola di Gozo.
La costruzione di un ponte o un tunnel tra le due isole maggiori è stato motivo di discussione per molti anni, ma non se ne è fatto poi nulla, almeno finora.
L’isola unisce al carattere tipico ed ai colori del paesaggio mediterraneo un ambiente naturale rustico ed intatto: la sua piccola superficie di appena 67 chilometri quadrati permette di girarla facilmente da una parte all’altra in poco tempo.
Ricca di punti di interesse e di scorci suggestivi, Gozo è conosciuta a livello internazionale per i fondali marini, meta di escursioni subacquee.
Nella zona di Dwejra, estremo punto dell’isola verso ovest, si può ammirare il mare interno, un lago di acqua marina collegato al mare aperto attraverso una profonda fenditura nella roccia, nonché il blocco di roccia a forma di fungo alto 50 metri sul mare, circondato da bei fondali per immersioni subacquee. La roccia non è accessibile, poiché sulla sommità crescono piante rare e protette.
La più bella spiaggia dell’isola, presa d’assalto in estate da orde di turisti, è la baia di Ramla: il suo nome si deve alla particolare colorazione rossa della sua finissima sabbia.
A poca distanza sul crinale della vicina cresta rocciosa, si trova la cosiddetta grotta di Calipso in cui secondo l’Odissea, Ulisse fu tenuto prigioniero per sette anni dalla famosa ninfa.
Ma se dalle antiche leggende si vuol passare alla storia, su una collina che domina il centro dell’isola e vede il mare, va visitato il sito archeologico dei templi neolitici di Gigantija, due dei sette siti dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO sulle isole maltesi.
In realtà si visita solo il sito all’aperto, costituito da enormi blocchi di pietra che configurano due zone sacre risalenti al Neolitico, circa 3600 anni prima di Cristo, poi modificati e riadattati dopo un millennio con strutture risalenti all’età del rame tuttora ben conservate.
Nel piccolo museo si possono ammirare statuette rinvenute nel sito ipogeo, attualmente visitabile solo da studiosi: sono testimonianze toccanti dell’opera dei nostri antenati di oltre 5000 anni fa.
Oltre che per le spiagge ed per i siti archeologici, si viene a Gozo per godere del suo paesaggio unico, di isola mediterranea ancestrale, non ancora deturpata dalle esigenze del turismo di massa.
Ci vengono anche i maltesi, che considerano questa la località di riposo e di vacanza per antonomasia.
E ci vengono anche le troupe cinematografiche, perché Gozo è stata ed è tuttora il set di film anche molto famosi, di serie televisive e trasmissioni cui hanno partecipato i più celebri attori internazionali.
Alle spettacolari saline di Zebbug, vasche naturali di pietra in riva al mare dove l’acqua si deposita con l’alta marea e poi evaporando lascia cataste di sale, Josephine racconta della volta in cui un’attrice capricciosa si fermò per farsi fotografare su quello sfondo inusuale: era Sharon Stone in incognito.
Domina dovunque un paesaggio collinare dolce, con il mare di un blu intenso che fa capolino quasi dappertutto in mezzo ad un panorama bucolico punteggiato da agglomerati urbani di case basse di pietra color ocra.
Su ogni villaggio svetta la cupola neobarocca di una chiesa, tranne a Mgarr, dove alta sul porto spicca invece una costruzione neogotica che ricorda le chiese francesi.
Per il resto le chiese di Gozo sono tutte simili, ma nessuna uguale, visto l’acceso campanilismo paesano che mantiene le tradizioni dell’isola: costituiscono l’anima di una popolazione profondamente cattolica, anche se molto tollerante con le minoranze di ebrei, musulmani ed oggi anche indù dei lavoratori immigrati dall’India.
Con oltre 300 chiese, Gozo si vanta di avere la più alta densità di edifici religiosi rispetto al numero degli abitanti. Val la pena di fare una visita a queste chiese, ciascuna riccamente adornata all’interno con un gusto barocco di stampo siciliano.
La cattedrale dell’Assunzione di Rabat si trova alta e protetta all’interno delle possenti mura della Cittadella fortificata: il luogo in cui sorge è sacro fin dall’antichità, in quanto in epoca romana vi si trovava un tempio dedicato a Giunone, i cui capitelli sono visibili nel vicino museo.
Riconvertito in chiesa con l’avvento del cristianesimo a Malta, l’edificio fu distrutto durante l’invasione araba, ma nel XIII secolo i conquistatori Normanni costruirono una nuova chiesa nello stesso luogo.
Il saccheggio degli Ottomani del 1551, quando tutta la popolazione di Gozo fu ridotta in schiavitù e trasferita in Libia, ma soprattutto il terremoto della Sicilia del 1693 costrinse alla demolizione della vecchia chiesa.
Ne venne realizzata un’altra in stile tardo barocco a partire dal 1697 su progetto dell’architetto maltese Antonio Gafà. Conclusa nel 1711 tuttora racconta la lunga storia della devozione in queste terre.
A questo proposito però la basilica più amata, con un’impressionante quantità di ex voto e dove anche il Papa venne a celebrare un’affollatissima messa che è ancora nel ricordo collettivo dei fedeli, è il santuario di Ta’ Pinu.
La struttura venne eretta in stile gotico a croce latina con rosone sulla facciata, protiro sopra l’ingresso principale e con uno svettante campanile staccato, a lato dell’edificio.
La chiesa fu costruita tra il 1920 ed il 1931 sul luogo di una cappella dove secondo la tradizione, nel 1883 una donna chiamata Karmni Grima sentì la voce della Vergine Maria.