Auvergne, Alvernia in italiano, non lontano dalla nota stazione termale di Vichy e nella regione Bourbonnais da cui provenivano i Borboni, Charroux è un paese di origine gallo-romana, una storia comune di questa regione boscosa e montagnosa che fu teatro di battaglie durante la conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare. Il nome sembra derivi da carrefour, incrocio: questo borgo che sta su una collina ebbe notorietà in epoca medioevale quando si trasformò in una cittadella fortificata di cui restano ancora le vestigia delle mura.
Nel 1245 c’era una carta di privilegi e la suggestiva chiesa romanico-gotica di San Giovanni Battista con un curioso campanile, costruita nel periodo di transizione, era fortificata come parte della cinta muraria. La passeggiata nelle viuzze silenziose tra le case in pietra viva è piacevole, si vedono case a graticcio rinascimentali, la porta dell’orologio con i torrione, la piazza de la Baume con il vecchio pozzo, il belvedere e il porticato sotto cui si teneva il mercato. Una piazzetta raccolta quasi circolare si apre inaspettata proprio al centro del paese: è la corte delle dame, dove si tenevano le assemblee e la popolazione si riuniva o più semplicemente le donne si ritrovavano per chiacchierare.
Se una volta gli abitanti erano 4500, oggi vi abitano appena 400 persone che per evitare lo spopolamento, l’emigrazione e l’abbandono di un luogo così suggestivo e ricco di storia, si sono inventati la riscoperta delle attività artigianali legate al cibo, attirando così una miriade di turisti dalla regione e non solo alla scoperta dei sapori e del savoir faire di un tempo. Il borgo, annoverato tra i 150 villaggi più belli di Francia, rivive così con una serie di due dozzine di piccole botteghe artigiane che producono e vendono cioccolato, zafferano, marmellate, formaggi tipici, salumi e soprattutto la famosa e inimitabile mostarda di Charroux, nota in tutta la Francia.
Ma ci sono anche sale di esposizioni, simpatici ristorantini dalla cucina locale, una decina di indirizzi di camere per ospiti per pernottare in case private (le famose gîte francesi) ed un piccolo ufficio del turismo che accoglie ed indirizza i visitatori. Il paese si anima soprattutto nei fine settimana e quando bancarelle di ambulanti di prodotti tipici del territorio vengono a dar man forte agli abitanti locali per fronteggiare l’invasione di turisti vicini e lontani.
Il piccolo museo di Charroux, attraverso i secoli è ospitato in due edifici in pietra che raccontano una storia con reperti che partono dal neolitico, passano da medioevo, rinascimento e rivoluzione francese per arrivare fino alla prima guerra mondiale. Ci sono voluti trent’anni di passione e amore per le proprie radici per raccogliere storie, documenti e testimonianze anche del modo di vivere e dei lavori tipici di un tempo che i paesani hanno conferito per racchiudere in un unico luogo un’identità che non deve scomparire.
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(Leonardo Felician)