di Leonardo Felician
– E’ bene cominciare sfatando subito due miti: intanto il nome in francese si pronuncia /mɛs/ e non /mɛz/); in secondo luogo la Lorena non è stata annessa alla Germania con l’Alsazia tra il 1870 e la fine della prima guerra mondiale come si studia sui libri di scuola.
Invece, questa sorteè toccata esclusivamente a Metz ed al suo dipartimento, che si trova nel Grand Est della Francia alla confluenza del fiume Mosella con il fiume Seille e dista una cinquantina di km dal confine con il Lussemburgo, ma anche con la Germania: una città tutta da scoprire.
Città antichissima, i cui primi insediamenti stabili vengono fatti risalire alla tarda età del bronzo, divenne capitale di una popolazione gallica; fu poi occupata dai Romani, sotto cui visse un periodo di grande prosperità e nel Medioevo godette di ampia indipendenza, diventando città libera dell’Impero alla fine del XII secolo e repubblica indipendente nel XIII.
Le mura che proteggevano la città furono di fondazione romana, sostituite nel XIII secolo da una cinta medioevale lunga ben 7 chilometri, con 38 torri e aperta da 18 porte: ne resta una parte di circa un chilometro e mezzo compresa fra le Porte des Allemands ed il Pont des Grilles.
Metz fu annessa alla Francia nel ‘500 e divenne importante piazzaforte, centro amministrativo e militare di primo ordine come testimoniato dalla sua Cittadella di cui resta il palazzo del Governatore ed un edificio oggi trasformato nell’hotel La Citadelle di Mgallery.
Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo fu contesa dalla Germania che la occupò nel 1871 al termine della guerra Franco-Prussiana. Furono costruite allora altre caserme e una fortezza più sicura.
Anche la demolizione di gran parte delle mura, divenute inutili e delle fortificazioni a sud e a est tra il 1898 e il 1906, assicurò spazio per la crescita ed il successivo sviluppo, creando i nuovi ampi viali intorno al centro della città.
Anche in mezzo alle turbolenze politiche la città mantenne la sua identità ed il suo patrimonio intatti: nonostante l’abbandono di molti abitanti che emigrarono in Francia, il periodo di occupazione ebbe ricadute positive per l’espansione e la fioritura architettonica di grandi edifici neoromanici tipici dell’impero tedesco che attualmente conferisce alla città una peculiare varietà di stili.
Metz si arricchì con la costruzione del quartiere Imperiale a sud-ovest della città vecchia, un‘eccezionale esempio di urbanistica germanica tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Il cuore però ha sempre battuto dalla parte della Francia, cui si è ricongiunta dopo la fine della prima guerra.
La visita del quartiere Imperiale comprende piazze, edifici pubblici, alberghi, abitazioni e ville secondo un progetto ben concepito che offre una sintesi di stili tradizionali e moderni: neoromanico, neogotico, neorinascimentale e Art Nouveau o Jugendstil a seconda delle preferenze dei costruttori.
Fulcro di questo quartiere è la stazione ferroviaria, sorprendentemente grande per una cittadina che oggi conta circa 150 mila abitanti.
L’edificio neoromanico di solida pietra di 300 metri di lunghezza va visitato anche nelle sue sale interne. Spesso considerato come la stazione più bella di Francia, fu fortemente voluto dal Kaiser per rappresentare la potenza dell’Impero germanico in terra di confine.
A ridosso della stazione, all’inizio del quartiere dell’Amphithéatre, si trova il Centre Pompidou-Metz che trasferisce in Lorena il modello ed i valori dell’arcinoto Centre Pompidou nel cuore di Parigi: è una istituzione scientificamente e culturalmente autonoma che ha in corso importanti collaborazioni museali con tutto il mondo.
L’edificio che lo ospita è diventata una delle icone della cità: una struttura ultramoderna progettata dall’architetto giapponese Shigeru Ban vincitore del prestigioso premio Pritzker 2014 e dal suo partner francese Jean de Gastines.
Dall’esterno sembra ricoperto da un bianco cappello cinese a punta. Il museo è dedicato all’arte moderna e contemporanea e nei suoi tre piani ospita mostre temporanee di valore mondiale, ma anche spettacoli, conferenze e ricevimenti.
Al di là della visita della struttura, di per sé molto interessante, sono visibili in questo periodo su tre piani tre mostre temporanee che uniscono il classico, ad esempio Caravaggio, Courbet, Dalì o Picasso, con opere ultramoderne.
Il terzo piano è tutto dedicato alla retrospettiva di André Masson, un pittore francese poco conosciuto in Italia ma interessantissimo, che dedicò la sua vita artistica all’esplorazione del mondo irrazionale tramite l’arte e che influenzò l’Espressionismo americano degli anni ’50.
Per un visita anche affrettata di Metz non basta certo una breve sosta in un viaggio verso il Nord Europa, ad esempio nella direzione dall’Italia verso il Belgio od i Paesi Bassi: la città ha molto da offrire al turista curioso.
La città può essere esplorata a piedi, in bicicletta o con il comodo City Pass di Inspire Metz, l’agenzia di promozione turistica della città e del dipartimento, propulsore della svolta recente verso le arti, la musica e il turismo dell’economia della città, dopo che a guerra conclusa, l’importanza militare è molto diminuita e sono state invece diversificate le attività economiche.
Indubbiamente la prima attrattiva nella visita è la Cattedrale di Saint-Étienne, tra le più belle e grandi cattedrali gotiche d’Europa.
La costruzione della magnifica chiesa, simbolo del potere ecclesiastico e della fede, iniziò intorno al 1220 sul luogo di due edifici precedenti e si protrasse per secoli fino alla prima metà del ‘500, testimoniando lo stile gotico francese in tutta la sua maestosità.
Imponente nelle dimensioni e terza in Francia per l’altezza delle sue volte, oltre 41 metri, è monumento nazionale e impressiona oggi il visitatore per le sue vetrate colorate, muri di luce che cambiano colore a seconda del sole e ricoprono una superficie di ben 6.500 metri quadrati.
Rappresentano la più vasta vetreria gotica d’Europa e le hanno anche valso l’appellativo di Lanterne du Bon Dieu.
Sono state realizzate dal XIV al XVI secolo da grandi maestri lorenesi, ma colpisce l’accostamento di lavori moderni dell’800 e anche del ‘900 su disegni inconfondibili di Marc Chagall.
Mentre Place de la République, la più grande di Metz, di impianto ottocentesco costituisce l’accesso principale al centro città ed è sede di importanti manifestazioni culturali cittadine e di una moderna sala da concerti dall’acustica speciale.
E’ circondata da edifici e aree di interesse storico-artistico, quali il giardino dell’Esplanade, la caserma Ney, l’arsenale e la chiesa di Saint-Pierre-aux-Nonnais che risale addirittura alla fine del IV secolo; in epoca romana l’edificio era utilizzato come palestra, integrato in un complesso termale.
Ma la chiesa più fotografata della città è il neoromanico Temple Neuf protestante, costruito nei primi anni del ‘900, che gode di una posizione invidiabile su un’isoletta sull’impetuoso corso del fiume Mosella proprio di fronte al grande teatro dell’Opera.
Corredo fotografico di Cynthia Beccari