Normandia terra di artisti: per chi arriva in macchina dall’Italia con l’itinerario più diretto via Torino, traforo del Fréjus, Lione, Parigi su un’ottima rete autostradale, nemmeno troppo trafficata se non intorno alle grandi città. Quindi, passata Parigi l’ingresso in Normandia è presso Giverny, sulla riva destra della Senna, un paesino minuscolo ma famoso in tutto il mondo per i dipinti di Claude Monet, che qui visse dal 1883 fino alla sua morte nel 1926.
La luce qui è come in nessun altro luogo”: l’affermazione del maestro dell’Impressionismo si può verificare di persona visitando la Casa ed i Giardini di Monet donati dal figlio all’Accademia di Belle Arti e gestiti da quarant’anni da una fondazione in suo nome.
Per chi ama i quadri di Monet è difficile non rimanere emozionati nell’ammirare le macchie di colori dei fiori davanti alla casa, il giardino acquatico con il ponte giapponese e le celebri ninfee che hanno ispirato alcuni dei suoi quadri più famosi.
Su due piani si visita una dimora semplice, senza lussi, rimasta com’era un secolo fa, con la cucina, la sala da pranzo, il salotto, lo studio, le decorazioni alle pareti, manca solo l’artista con i pennelli, ma lo si può immaginare se si fa astrazione dal pellegrinaggio incessante di turisti di tutte le nazionalità.
Da Giverny una settantina di chilometri sono sufficienti per raggiungere Rouen e per seguire l’avventura di Monet che proprio qui, dove si trasferì nel 1892, realizzò nell’arco di due anni di lavoro la celebre serie della Cattedrale di Rouen, formata da 31 dipinti ad olio raffiguranti dallo stesso preciso punto di vista il portale della cattedrale.
Ciò che cambia sono le condizioni della luce che si riflette sulla chiesa di Notre-Dame, una delle più grandi e sfarzose chiese gotiche della Francia ed in particolare sul suo portale gotico fiammeggiante. In estate ogni sera la facciata diventa scenario per una emozionante proiezione di uno spettacolo sulla storia della città.
Importante porto sulla Senna a 60 chilometri dall’estuario sul mare, Rouen si merita l’appellativo di Città Museo; conserva infatti diverse ricche collezioni museali esposte in sedi inusuali, come il Musée Le Secq de Tournelles che espone un gran numero di chiavi, insegne, serrature e utensili di ferro di ogni tipo all’interno di una bella chiesa gotica sconsacrata.
Ma è il gran numero, superiore a 200, di mirabili monumenti soprattutto gotici ed il centro storico ancora ricco di quasi 2000 antiche case a graticcio, che costituisce un importante esempio di complesso medievale nord-europeo.
Nel grande Museo di Belle Arti di Rouen si ammirano opere di Perugino, David, Velásquez, Caravaggio, Rubens, Poussin, Fragonard, Géricault, Delacroix, Monet, Renoir, Modigliani ed un antico presepio napoletano.
L’estate 2021, il Museo ha ospitato una mostra intitolata Salammbò, in una fusione di archeologia, letteratura, pittura, scultura, cinema, teatro e perfino i fumetti, per celebrare un’opera poco conosciuta di Gustave Flaubert, nato proprio in questa città nel 1821.
Ed è proprio il bicentenario di uno dei più noti ed amati scrittori francesi che ha caratterizzato la programmazione dell’intera annata non solo a Rouen, ma in tutta la regione.
Con oltre 120 progetti dedicati ed un programma di più di 200 avvenimenti e incontri che si protrarranno fino a giugno 2022, Flaubert rivive da vero protagonista nella città che non gli tributò in vita il successo che il tempo gli ha fatto meritare.
Passeggiando per Rouen ogni angolo parla dei suoi romanzi e Madame Bovary, la sua eroina più famosa, sembra far capolino uscendo dallo sfondo mirabilmente descritto della sua città. Un’altra eroina storica e ben più tragica è celebrata a Rouen; si tratta di Giovanna d’Arco che sulla piazza del Mercato Vecchio fu arsa viva il 30 maggio 1431.
A fianco della cattedrale, l’Historial Jeanne d’Arc è un interessante spettacolo multimediale itinerante e ben congegnato che fa rivivere con audioguida la storia e soprattutto il processo di riabilitazione della pulzella d’Orléans, eroina nazionale francese, venerata come santa dalla chiesa cattolica. Una chiesa modernissima, tutta vetro e cemento, la ricorda invece sul luogo del supplizio.
A poca distanza nella piazza sempre animata di turisti si trovano diversi ristoranti; la coda di avventori in attesa, sempre presente all’ingresso del Restaurant Cancan, è garanzia di qualità con piatti elaborati e creativi. Si assaggia ad esempio, un tris di barbabietole come antipasto con carpaccio di barbabietola gialla, tartare di barbabietola rossa e sorbetto alla barbabietola.
Ma anche lo sgombro con patate viola, spuma e chips, la torta salata con pomodori, tapenade, carciofi e albicocche, accompagnata da un sorbetto alla frutta ed il classico magret de canard, un filetto di carne magra, tagliata dal petto di un’oca o anatra ingrassata, cucinato in padella, con l’esterno ben cotto e l’interno crudo o rosato e poi servito tagliato a fette. Crema di zucca e mango accompagnano il piatto.
Info:
www.it.france.fr
www.claude-monet-giverny.fr
www.rouentourisme.com
www.flaubert21.fr
https://it.normandie-tourisme.fr
www.historial-jeannedarc.fr
www.cancan-Rouen.com
Reportage e foto di
Leonardo Felician