domenica 18 Maggio 2025 - 20:47

Tunisia, a Djerba per vivere la Ghriba 2017, antico pellegrinaggio degli ebrei aperto a tutte le religioni

In Tunisia, nell’isola di Djerba è stato organizzato il tradizionale pellegrinaggio degli ebrei nell’antica sinagoga di Ghriba, che cadeva il 13 e 14 maggio 2017. Il pellegrinaggio annuale a Djerba è svolto nell’ambito della ricorrenza del Lag ba-Omer;    così, nel corso del pomeriggio di domenica 13 maggio tra imponenti misure di sicurezza, hanno avuto luogo i diversi riti che hanno richiamato sull’isola almeno 12.500 persone, oltre ai rappresentanti di circa 80 media stranieri.
Mentre, anticipando l’apertura ufficiale del pellegrinaggio, il 12 maggio, la ministra del Turismo tunisino, Salma Elloumi Rekik con l’omologo alla Cultura, Mohamed Zine el Abidine, hanno tenuto sull’isola, una conferenza stampa con i giornalisti all’Hotel Radisson Blu, nel corso della quale hanno inteso lanciare un messaggio di pace, sottolineando come la tolleranza e la convivenza interreligiosa, siano un valore distintivo della società tunisina.
Inoltre, è stato annunciato che Tunisi presenterà ufficialmente la richiesta all’Unesco, l’inserimento dell’isola di Djerba tra i siti patrimonio dell’umanità per la sua evidente ricca eredità culturale; infatti, Djerba ospita antiche chiese, moschee e la più antica sinagoga presente nel continente africano.
Il tradizionale pellegrinaggio degli ebrei nell’antica sinagoga, organizzato ogni anno il 33.mo giorno dalla Pasqua ebraica, rappresenta il cuore delle tradizioni della comunità ebraica tunisina la quale, anche se molto ridotta in termini numerici – sono state accertate non più di due mila persone – risulta completamente integrata all’interno della società.
Una delle leggende fa risalire l’origine della sinagoga di Ghriba alla distruzione del tempio di Salomone a Gerusalemme, quando alcuni ebrei, fuggendo dalla Palestina si rifugiarono proprio a Djerba nel 586 a.C.. Ed ogni anno Djerba accoglie migliaia di ebrei, quest’anno le stime parlano di almeno 2.500, provenienti in gran parte da Israele ed Europa e ciò si traduce anche in un rilevante contributo alle entrate turistiche.
Invece, un’altra leggenda fa risalire la sinagoga alla leggenda di una ragazza misteriosa (Ghriba) che nonostante la sua bellezza e virtù, aveva scelto di vivere in solitudine ed era considerata da tutti una “straniera” persino tra la sua gente. Un giorno mentre dormiva la capanna prese fuoco, causando la morte della ragazza, ma inspiegabilmente il suo corpo venne risparmiato dalle fiamme. Così, la Sinagoga sorgerebbe nel punto in cui la ragazza dormiva.
La sinagoga El Ghriba dispone di due sale interne, la cui disposizione, i lampadari, i lucernari ed ogni altro oggetto od arredamento, hanno ciascuno e tutti insieme uno specifico e profondo significato rituale. Guardando il lato nord dell’antico edificio religioso si può notare che manca, oppure che non è mai stata costruita, l’ultima colonna sul lato est in quanto servirebbe simbolicamente a ricordare la distruzione del tempo di Gerusalemme. Ed è singolare il fatto che, in netto contrasto con molte altre sinagoghe della zona, la sinagoga di El Ghriba non ha una sala di preghiera all’aria aperta, ma le due sale presenti, sono entrambe coperte.
In omaggio alla tradizione ebraica, all’interno si entra solo con la testa coperta. Per questo, all’ingresso del luogo sacro, un addetto, prestava a chi ne era sprovvisto, un foulard alle signore e una kippah il tradizionale copricapo utilizzato dagli uomini. All’esterno alcuni fedeli indossavano il Tefillin, costituito da due piccoli astucci quadrati di cuoio nero di un animale kasher, cioè puro, con cinghie fissate su di un lato, che gli Ebrei usualmente portano durante la preghiera del mattino, applicati sulla testa.
Mentre, in un preciso punto all’interno della sinagoga, in cui secondo la tradizione fu trovato il corpo della ragazza misteriosa, nel corso di una curiosa cerimonia, alcune donne deponevano un uovo con scritto sul guscio un nome femminile. Lasciato l’uovo accanto ad una candela per l’intera durata del pellegrinaggio, che in seguito viene mangiato dalla ragazza, sembra che poco dopo questo consenta alla stessa di riuscire a trovare lo sposo.
Durante il pellegrinaggio, viene portata in processione una statua che, secondo alcuni rappresenta le 7 tribù degli ebrei del Nord Africa, mentre per altri la Straniera delle leggenda. Sulla statua è issata la stella ebraica a 6 punte. Il rappresentate della comunità che porta in giro la statua issato ai piedi di essa e fa il grido per raccogliere i fondi vendendo i drappi, non vive in Tunisia ma proviene dalla Francia ed ogni anno raggiunge appositamente Djerba per partecipare al pellegrinaggio anche in questa veste.
Nei pressi della sinagoga è ubicato un antico caravanserraglio che, durante il Pellegrinaggio della Ghriba diventa centro di aggregazione e di festose manifestazioni collettive di musica e ballo mentre, disposte lungo il perimetro, erano collocate molte bancarelle che vendevano souvenir, street food ed oggetti di artigianato.
In occasione della ricorrenza ebraica i controlli all’entrata ed all’uscita del Paese e nei pressi della sinagoga della Ghriba, sono stati capillari ma mai invasivi, per assicurare il corretto svolgimento dell’evento in totale sicurezza. Infatti, la Tunisia sta investendo molto nelle misure di prevenzione, tutela e controllo del territorio per rendere sicuri sia cittadini che turisti e rilanciare l’intero settore turistico in questo Paese così affascinante ed ospitale e carico di suggestioni.
Così, anche per dare un segnale di normalità della situazione e per rispetto nei confronti della comunità ebraica nel periodo di effettuazione di questa tradizionale ricorrenza, nel corso della giornata di domenica 13, il premier tunisino, Youssef Chahed, quindi la ministra, Salma Elloumi Rekik insieme al ministro, Mohamed Zine el Abidine, hanno presenziato al pellegrinaggio dirigendosi alla sinagoga della Ghriba. Al tradizionale rituale ebraico ha partecipato anche Rabbi Raphael Cohen Zfat, giunto appositamente dal nord di Israele che, indossando l’abito nero caratteristico e con una lunga barba bianca, ha sottolineato che la Ghriba rappresenta un simbolo di tolleranza e di pacifica convivenza tra musulmani ed ebrei. Tra i presenti, anche l’ambasciatore di Francia in Tunisia, Olivier Poivre d’Arvor ed una nutrita delegazione diplomatica degli Stati Uniti. Il rituale pellegrinaggio ebraico di “Lag B’Omer”, è stato concluso il 14 maggio.

www.tunisiaturismo.it

www.discovertunisia.com

(Piergiorgio Felletti)

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