In Giordania, di recente è stato di recente inaugurato un nuovo ecolodge realizzato nella riserva naturale di Burqu, sul Jordan Eastern Badia Trail (JEBT), ad est del Paese.
La struttura, che si trova non lontano dalle rovine del castello romano di Burqu offre un modo diverso di godere di questa zona poco battuta dal turismo. L’ecolodge dispone di 10 stanze, un ristorante, spazi pubblici inseriti in tende beduine con una capacità di ospitare 30 persone per volta.
Si tratta di un’iniziativa, che segue il lancio del Jordan Trail e del Jordan Bike Trail, in linea con gli obiettivi della Giordania di accompagnare il visitatore alla scoperta del volto ecoturistico del Paese.
Infatti, il Regno Hascemita finora annovera dieci riserve naturali gestiste dalla Royal Society for the Conservation of Nature. (www.rsnc.jo)
L’Eastern Badia Trail (JEBT) segue le orme dei beduini nomadi attraverso un paesaggio desertico naturale in continua evoluzione che collega aree protette ricche di storia antica, tradizione, cultura, archeologia, geologia, flora e fauna. Il sentiero, che collega l’Azraq Wetland Reserve e la Shaumari Wildlife Reserve con la nuova riserva di Burqu, conduce gli esploratori dalla porta di accesso al cuore misterioso del deserto giordano.
Il suggestivo percorso racconta la storia dell’eredità del deserto della Giordania, come si evince dai nomi dei suoi luoghi, dai suoi fossili e persino dalle iscrizioni scolpite dagli antichi popoli nelle sue rocce.
A solo un’ora e mezza di auto dalla capitale Amman, la Badia orientale offre ai visitatori una ricchezza di storie ed anche sorprese, sugli abitanti antichi e moderni della Giordania, sulla sua natura, sulla fauna selvatica e sulle ossa della terra stessa.
Sono diverse le opportunità di Trail: il Badia Stories Trail di 476 km e durata 3 giorni, il Black & White Trail di 160 km e durata di 8-10 ore ed il Beduins Trail di 220 km di 2 giorni.
Infine il Burqu Trail, di 528 km della durata di 2 giorni, che annovera tra le maggiori attrazioni, il sito archeologico di Khirbet Abu Hussain, un forte situato in cima a un modesto rilievo che fa parte di una decina di giganteschi cerchi di pietre risalenti al neolitico.
Ed anche le rovine di un castello che i romani eressero per proteggere con una diga un lago stagionale in questa regione estremamente arida. Una soluzione tecnica che garantiva l’approvvigionamento idrico alle carovane che viaggiavano tra la Siria e l’Arabia. Le escursioni sono effettuabili in 4×4, in cammello ed anche in mountain bike.
(Piergiorgio Felletti)