martedì 18 Febbraio 2025 - 13:48

Sudan, terra aspra e suggestiva sospesa tra storia e mito

Il territorio del Sudan, esteso Stato centro africano, è caratterizzato dalla presenza di vaste pianure e altopiani.
La maggior parte del Sudan settentrionale è ricoperta da un deserto di sabbia o ghiaia, reso meno monotono da superfici rocciose sopraelevate con una caratteristica cima piatta di roccia arenaria e punteggiato da ripide colline di granito.
Questa parte di territorio sudanese è occupata dalla regione della Nubia, ricca non solo di piramidi, ma anche di siti patrimoni UNESCO come i templi di Musarawwat ed i geroglifici di El Kurru.
Mentre nel Sudan centro-meridionale la pianura argillosa è caratterizzata da colline isolate che si innalzano bruscamente dalla pianura, la cui conformazione più estesa forma i monti Nuba.
Nella capitale Khartoum, va in scena lo spettacolare maestoso confluire del Nilo Bianco nel Nilo Azzurro che fondendosi danno origine al poderoso fiume Nilo, secondo fiume più lungo al mondo che, dopo un tortuoso tragitto, attraversando l’intero Egitto, sfocia nel Mare Mediterraneo.
In questa terra antica, aspra, selvaggia ma conturbante e suggestiva, le cultura africana ed araba si incontrano segnando nel corso dei secoli, la storia, i miti e le tradizioni di questo Paese senza tempo.
Un viaggio alla scoperta di questa terra, scolpita dalla natura e culla di civiltà che ne hanno caratterizzato il divenire, non può che iniziare dalla capitale Khartoum.
Una metropoli in cui vivono oltre cinque milioni di persone, che include tre aree principali; la Khartoum moderna, in cui sono concentrati la maggior parte degli hotel, degli uffici e l’aeroporto, quindi Omdurman, l’antica capitale in cui è visitabile la Tomba del Mahdi e la Casa di Khalifa, l’interessante museo a lui dedicato che si sviluppa all’interno di una abitazione tradizionale sudanese nonchè il più grande mercato del Paese.
Ed il Museo Nazionale che, oltre a tanti interessanti reperti, ospita alcuni bellissimi templi trasferiti dall’UNESCO provenienti dall’area del Lago Nasser, così evitando il rischio di essere sepolti dall’acqua del bacino lacustre. Infine, la Khartoum Nord, a spiccata destinazione industriale.
Lasciando i sobborghi di Khartoum il viaggiatore incontra il deserto Occidentale, pianeggiante, con poche formazioni sabbiose e privo di rocce vulcaniche, che si estende lungo una vasta superficie ricompresa tra il fiume Nilo fino al confine con il Ciad ed ancora, dall’Egitto al Sahel.
Attraversando questa parte di deserto ci si imbatte nel sito archeologico di Old Dongola che raccoglie i resti di un’antica cittadella desertica situata sulla sponda orientale del Nilo, una fortezza eretta nel V secolo, ma inglobata in un nucleo abitativo che si sviluppò intorno nel corso dei secoli.
Con il successivo arrivo del cristianesimo, divenne la capitale del Regno di Makuria, in cui furono costruite numerose chiese. I suggestivi resti di cattedrali, basiliche e di diverse altre rovine situate lungo la sponda del fiume sono visibili ancora oggi.
Quindi, una visita merita la cittadina di Karima, situata alle pendici del monte sacro Jebel Barkal, anticamente denominata Napata, che fu la capitale del Regno d’Egitto durante la XXV dinastia, caratterizzata dal mito dei Faraoni Neri.
Tra il VII e l’VIII secolo a.C. l’Alta Nubia venne unificata, il culto del Dio Amon ripristinato ed il Jebel Barkal ne divenne il principale centro cerimoniale, con templi dedicati al Dio proprio alle sue pendici, determinando la rinascita della cultura egizia nel Regno sudanese di Kush.
Lasciata alle spalle Karima, si incontrano le piramidi della Necropoli di Nuri, soprattutto quella di Taharqa, la più antica e grande per poi raggiungere la montagna sacra, l’Olimpo dei Nubiani, ne ha rappresentato il cuore religioso per oltre un millennio.
Oltre alle rovine del grande tempio, sono ancora visibili numerosi arieti scolpiti nel granito, mentre scavata nella parete alla base della montagna, è possibile ammirare anche una grande stanza decorata con bassorilievi dedicati alla dea Mut, sposa di Amon.
Riprendendo il viaggio in direzione sud si giunge nel villaggio di El Kurru, in cui sorge una delle necropoli napatee.
Nel sito, grande suggestione suscita la visita ad una delle tombe scavate nella roccia sotto le piramidi, parzialmente crollate, totalmente decorata con immagini del faraone, degli dei e variopinte iscrizioni geroglifiche.
Nella Necropoli di El Kurru sono sepolti tutti i faraoni, tra cui Piankhy ed i suoi amati cavalli, mentre non è stato sepolto Taharqa, il faraone nero più conosciuto, fondatore della più recente Necropoli di Nuri, situata sul lato orientale del fiume Nilo. I siti archeologi napatei sono annoverati tra i Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
Inoltre, nei pressi della Necropoli di El Kurru, è possibile visitare una suggestiva antica foresta pietrificata ricca di testimonianze fossili.
Attraversando il Deserto Nubiano, si raggiunge la Terza Cateratta del Nilo, caratterizzata da formazioni rocciose molto interessanti.
Quindi si aprirà alla vista il Tempio di Soleb ritenuto, per testimonianza di bellezza e storia, il più interessante tempio egizio di tutto il Sudan, fatto edificare da Amenhotep III per celebrarsi e per adorare il Dio Amon.
Vera testimonianza del Nuovo Regno in Nubia, il tempio è caratterizzato da mura ricche di iscrizioni geroglifiche, bassorilievi e numerose colonne.
A Kerma, centro principale del Regno di Kush, civiltà indipendente predinastica che si sviluppò in Sudan prima di essere conquistata dagli Egizi nel 1550 a.C., sono visibili due enormi misteriosi edifici denominati Defuffa, monumenti che caratterizzano tale civiltà.
Molto interessante risulta anche una visita ai locali di un museo che custodisce sette statue dei Faraoni Neri rinvenute a seguito di pazienti scavi archeologici.
Percorrendo il Deserto del Bayuda, si incontrano carovane di nomadi con greggi di capre, cammelli ed asinelli, che percorrono da secoli queste aridi territori andando verso i ricchi mercati d’Egitto. E nella continua lotta per la sopravvivenza, determinante diventa l’approvvigionamento dell’acqua, che viene trat da profondi pozzi.
Con il traino di alcune coppie di asinelli che vanno avanti ed indietro, riportano in superficie una sacca di pelle di capra con cui riempiono diversi contenitori ed anche più grandi serbatoi, necessari ad assicurare una sufficiente scorta d’acqua anche per gli animali, per sopportare le temperature torride e l’interminabile viaggio lungo la landa incandescente e desolata.
Quindi, attraversando il fiume Nilo, ad un tratto alla vista si apre uno spettacolo incredibile costituito dal profilo stagliato all’orizzonte di oltre 40 piramidi, la maggior parte delle quali ancora in perfetto stato di conservazione, che si innalzano nel cielo terso. Si tratta della suggestiva ed emozionante Necropoli Reale di Meroe.
Probabilmente intorno al III secolo a.C., i Cimiteri Reali furono trasferiti da Napata a Meroe, segnando un significativo allontanamento dalle pratiche egizie ed instaurando di fatto una nuova era per il Regno di Kush.
Il primo re Arkamani si discostò dai comandamenti e dalle regole prescritte dai sacerdoti, instaurando la nuova Necropoli a Meroe, seguendo le orme del predecessore Re Aspeta che nel 590 a.C., spostò la capitale a Meroe.
Durante questo regno, i geroglifici egizi furono sostituiti da una nuova scrittura meroitica, costituita sia da geroglifici che da caratteri corsivi.
Meroe costituì inoltre un importante snodo per le rotte commerciali per scambi con Egizi, Greci e Romani e con le diverse culture ne influenzarono anche lo stile architettonico.
Ripercorrendo a ritroso l’itinerario intrapreso verso nord si giunge in una splendida vallata circondata da colline in cui è possibile visitare il sito di Mussawarat, con le rovine di un importante tempio di grandi dimensioni.
Elemento centrale dell’antica costruzione è rappresentato dal Grande Recinto, segnato da diverse strutture e pareti di confine che si sviluppano attorno ai templi costruiti nel I secolo d.C..
In viaggio può proseguire verso Naga, uno dei due centri sviluppatisi durante il periodo Meroitico. In un tipico ambiente sahariano con rocce e sabbia, si trova il tempio di Apedemak; si tratta di un edificio con decorazioni a bassorilievo raffiguranti l’immagine del Dio con la testa di leone, del faraone e dei nobili, oltre a diverse riproduzioni rituali del Dio Apedemak.
Nei pressi è visibile anche una piccola e singolare costruzione con arcate e colonne in cui si denota una interessante fusione degli stili architettonici egizi, romani e greci.
Nelle immediate adiacenze è situato anche un altro tempio dedicato al Dio Amon, con numerose statue di arieti e decorazioni in bassorilievo.
Per andare alla scoperta di un Paese ancora ai margini dei flussi turistici internazionali, per cogliere appieno l’essenza intima di questa terra tanto suggestiva quanto ancora poco conosciuta, occorre affidarsi ad Operatori Turistici organizzati ed esperti della destinazione.
Tra questi, può corrispondere alle diverse esigenze di viaggio e di permanenza il T.O. Shiruqviaggi di Milano che opera in Sudan da oltre 20 anni, rappresenta la maggiore DMC (Destination Management Company) del Paese e dispone di un ufficio operativo permanente a Khartoum. (info@shiruqviaggi.com)
Inoltre, per integrare l’offerta di viaggio, accoglienza ed ospitalità in loco, Shiruqviaggi dispone di tre strutture ricettive di proprietà: la Nubian Rest-House, il Meroe Lodge ed il campo pre allestito di Tombos. (www.shiruqviaggi.com)

Piergiorgio Felletti

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