domenica 20 Luglio 2025 - 15:16

Oltre i binari: un museo di capolavori a Parigi

di Leonardo Felician

A Parigi, affacciato sulla riva sinistra della Senna, il Musée d’Orsay è uno dei più celebri musei d’arte del mondo per la sua straordinaria collezione di opere impressioniste e post-impressioniste. Ospitato in un’ex stazione ferroviaria, la Gare d’Orsay, l’edificio stesso è un capolavoro architettonico che unisce storia, arte e design.  La trasformazione di una stazione in spazio espositivo è merito anche dell’architetta e designer italiana Gae Aulenti, che a metà degli anni ’80 ha firmato l’imponente progetto di ristrutturazione della vecchia stazione ferroviaria Gare d’Orsay, trasformandola in uno spazio museale.
La Gare d’Orsay fu costruita tra il 1898 e il 1900 su progetto dell’architetto Victor Laloux, in occasione dell’Esposizione Universale del 1900. La stazione servì come terminale ferroviario fino al 1939, quando le linee a lunga percorrenza furono spostate alla stazione di Austerlitz.
Successivamente, l’edificio ebbe vari utilizzi, tra cui, documentato in una toccante esposizione fotografica al secondo piano, sede di transito e smistamento nel ritorno dei prigionieri di guerra francesi nel 1945, nonché spazio per eventi culturali.
Nel 1977, la stazione venne trasformata in un museo.
Inaugurato il 1 dicembre 1986, il museo si sviluppa su tre livelli principali: il piano terra ospita la navata centrale, dove una volta correvano i binari, trasformato in spazio espositivo per ospitare opere di grandi dimensioni e sculture, tra le quali molte di Auguste Rodin.
Il livello intermedio presenta gallerie laterali con dipinti, sculture e arti decorative, mobili, oggetti d’arte e design dell’Art Nouveau e dell’Art Déco.
Mentre il piano superiore è dedicato ai capolavori dell’impressionismo e del post-impressionismo, con capolavori di artisti come Claude Monet, Édouard Manet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne, Vincent van Gogh, Paul Gauguin ed altri ancora.
Per chi visita Parigi ed ama la pittura è una tappa imprescindibile.
La disposizione delle opere della collezione permanente segue criteri cronologici e tematici.
Le opere provengono principalmente dal Louvre, dal Musée du Jeu de Paume, in precedenza tutto dedicato alla pittura impressionista, nonché dal Museo Nazionale d’Arte Moderna, colmando il vuoto tra l’arte antica e quella moderna e permettendo ai visitatori di seguire l’evoluzione dell’arte tra il 1848 e il 1914.
E’ presente anche una collezione significativa di fotografie del XIX secolo.
Affacciato sulla Senna, il museo è aperto da martedì a domenica dalle 9:30 alle 18:00: il giovedì sera prolunga l’apertura fino alle 21:45.
Lo si può raggiungere con la metropolitana alla fermata Solferino della linea 12 o con la RER alla fermata della linea C Musée d’Orsay.
L’ingresso è sempre gratuito per i giovani fino a 18 anni e la prima domenica del mese per tutti i visitatori.
Il biglietto d’ingresso ha un costo molto ragionevole cui accede un pubblico di tutte le nazioni ed età. E’ consigliabile l’acquisto online dei biglietti.
Il Musée d’Orsay ospita regolarmente numerose mostre temporanee anche in parallelo, che approfondiscono vari aspetti dell’arte e della cultura del XIX e dell’inizio del XX secolo.
Al momento fino a luglio 2025 le mostre in corso includono La stazione d’Orsay nella primavera del ’45 è una presentazione straordinaria che esplora il ruolo della stazione nel periodo post-bellico come luogo di ritorno dei francesi rimpatriati.
L’aperitivo e lo spettacolo indaga il rapporto tra convivialità e intrattenimento nella società del XIX secolo.
L’arte è in strada è una retrospettiva sull’ascesa del manifesto illustrato a colori durante la Belle Époque, con notevoli opere di Toulouse-Lautrec, Mucha e Chéret.
Il percorso 100 opere per raccontare il clima riflette sull’interazione tra arte e cambiamenti climatici attraverso un secolo di opere.
L’artista contemporaneo brasiliano Lucas Arruda, noto per i suoi paesaggi evocativi, nella mostra Qu’importe le paysage dialoga con i paesaggi dei grandi vedutisti impressionisti con quadri inseriti fianco a fianco.
Di particolare interesse la prima retrospettiva fuori dalla Scandinavia del pittore norvegese Christian Krohg (1852-1925) intitolata Il popolo del nord, che offre una nuova prospettiva sull’arte norvegese di fine Ottocento e inizio Novecento; si tratta di un’occasione per andare alla scoperta di un artista assolutamente ignoto al pubblico italiano.
Aperte fin dopo l’estate, completano il panorama delle mostre temporanee Il cantiere del Canale di Suez, una raccolta di fotografie storiche di Louis Cuvier che documentano la costruzione dell’opera a metà ‘800.
Ed infine Gli artisti e l’affare Dreyfus, una mostra che esplora il coinvolgimento degli artisti nell’affare Dreyfus, un caso giudiziario clamoroso che divise la Francia alla fine del XIX secolo.
Al Museo d’Orsay è collegato, anche con biglietto combinato scontato, il Musée de l’Orangerie che nel cuore del Jardin des Tuileries, affacciato su Place de la Concorde, accoglie anch’esso i visitatori in un viaggio immersivo attraverso l’arte impressionista e moderna.
Le sue inusuali sale di forma ovale, furono progettate secondo le indicazioni specifiche di Claude Monet per esporre i suoi famosi dipinti delle Ninfee, donate nel 1922 allo Stato francese a condizione che fossero esposti in uno spazio appositamente concepito.
L’artista lavorò strettamente con l’architetto per progettare le due sale ovali che avrebberodovuto ricreare per i suoi otto pannelli di enormi dimensioni un’esperienza immersiva, come se il visitatore si trovasse nel suo giardino di Giverny in Normandia.
Queste opere rappresentano il culmine della sua ricerca sulla luce e sul colore ed offrono allo spettatore l’illusione di un paesaggio acquatico senza orizzonte né riva.
Le sale furono inaugurate nel 1927, pochi mesi dopo la morte di Monet.
Oltre alle Ninfee, l’Orangerie vanta però una collezione permanente di straordinaria ricchezza, frutto della visione del raffinato collezionista e mercante d’arte parigino Paul Guillaume e della sua vedova Domenica.
Tra le opere esposte figurano capolavori di Cézanne, Renoir, Matisse, Modigliani, Picasso, Soutine ed ancora Utrillo e Roussau, lungo un percorso espositivo brillante, rinnovato nel 2020 per creare una coerenza visiva e spaziale tra le diverse sezioni del museo.
Fino ad agosto infine, l’Orangerie ospita la mostra temporanea Dans le flou, un’altra visione dell’arte dal 1945 ad oggi, che esplora l’estetica della sfocatura come scelta espressiva consapevole.
Partendo proprio dalle Ninfee di Monet, questa mostra propone un percorso tematico attraverso dipinti, video, fotografie e installazioni di diversi artisti contemporanei che riflettono sull’instabilità e sull’indeterminatezza del mondo contemporaneo.
L’esposizione, organizzata in tre sezioni principali, Alle frontiere del visibile, L’erosione delle certezze e Elogio dell’indistinto, si conclude con un epilogo intitolato Re-incantare il mondo, invitando il pubblico ad una riflessione sul ruolo dell’arte nell’epoca attuale.

Foto: Cynthia Beccari

www.musee-orsay.fr/it
www.musee-orangerie.fr/it
www.france.fr/it/

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