Ferrara, è una città bellissima, ormai da un decennio dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, che mostra uno dei centri storici medievali meglio conservati d’Europa, con le lunghe mura, gli stretti vicoli, le piccole chiese in stile gotico, l’antico Ghetto Ebraico e le Sinagoghe, ed è la città per eccellenza del Rinascimento italiano, con la suggestiva fusione tra nuovo ed antico che ne fece la prima città moderna d’Europa.
Ed è la città degli Este, una delle dinastie più potenti e illuminate del Vecchio Continente che qui regnarono per tre secoli e mezzo, della loro predilezione per la bellezza, del Castello e dell’urbanistica rivoluzionaria della così detta’”Addizione Erculea” che ci hanno lasciato, dell’arte e della cultura, delle opere dei grandi pittori e letterati approdati alla sfarzosa corte. Infatti, la grande stagione culturale degli Estensi iniziò nel 1391 con la fondazione dell’Università e crebbe a tal punto che la Corte Estense diventò uno dei massimi centri di attrazione europei. In città giunsero umanisti e artisti come Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Tiziano, Mantegna, ma anche scienziati come Niccolò Copernico e letterati come Giovanni Pico della Mirandola, Pietro Bembo, Ariosto e Tasso che scrissero versi immortali per omaggiare i duchi d’Este.
Ferrara è la città che vive in se tante storiche contraddizioni che ne caratterizzano e segnano il suo passato; così, è stata sede di una delle comunità ebraiche più antiche d’Italia, del Ghetto chiuso dallo Stato Pontificio dopo la caduta degli Este, riaperto da Napoleone e richiuso da Mussolini. E’ la città del fascismo “estremo e assoluto” ( in provincia nacque il gerarca Italo Balbo) che tra le due Guerre e fino alle leggi razziali conquistò perfino gli ebrei, ma anche del riscatto antifascista testimoniato da due dei suoi figli più illustri, Giorgio Bassani e Michelangelo Antonioni.
Ma anche sede di grandi mostre che si susseguono a Palazzo dei Diamanti, dei grandi eventi come il Festival di Internazionale, luogo di incontri con giornalisti, scrittori e artisti provenienti da tutto il mondo, il Buskers Festival, spettacolo di artisti di strada ed il celebre Palio storico. Ed è, infine, la città delle biciclette, ma anche della famosa “coppia ferrarese” che per alcuni è il pane più buono che c’è, del pasticcio di maccheroni, dei cappellacci di zucca, della mitica salama da sugo e del Pampepato (o Pampepato) di Ferrara, un dolce che ha un passato molto particolare, condito con un pizzico di grande storia e profumate spezie, che meglio rappresenta la ricchezza e la raffinatezza di Ferrara.
Per scoprire Ferrara anche d’inverno occorre camminare perché solo in questo modo si può respirare l’anima più autentica di questa città senza tempo. Così, si può arrivare in auto da parcheggiare comunque lontano dal centro storico, da tempo precluso al traffico privato ed in gran parte pedonale, oppure in treno. Dalla stazione, il viale vi porterà diretti alla piazza principale, quella del Castello Estense, cuore pulsante di ogni visita turistica della città. Se il tempo lo consente, potete noleggiare una bicicletta. In bici o a piedi potete farvi tutto Corso Ercole d’Este, per molti estimatori ”la via più bella d’Europa”, salire sulle possenti e lunghe mura dalla Porta degli Angeli e farvi un bel giro costeggiando i prati, gli antichi fossati e gli orti Cinquecenteschi.
In centro, l’itinerario può prendere il via con una visita al monumentale Castello, voluto dal Marchese Nicolò II d’Este, sede delle milizie estensi e residenza nobiliare della corte Estense alloggiata sempre nella parte alta del palazzo. Nel Castello circondato dall’acqua, in cui si entra ancora dai ponti levatoi, all’interno si possono visitare tra l’altro gli appartamenti, le cucine, le prigioni, il giardino, la cappella.
Dopo il Castello, tappa obbligata è la vicina Cattedrale di San Giorgio, santo Patrono della città, che si erge al centro della piazza principale (prima Piazza delle Erbe, attualmente piazza Trento e Trieste) di fronte al Palazzo Comunale, mirabile esempio di gotico del XII secolo. Di suggestione è la facciata in marmo bianco con il bellissimo protiro (portico), sorretto da due colonne raffiguranti un vecchio e un giovane seduti su due leoni. Al centro del portale è raffigurato San Giorgio che uccide il drago al di sotto del quale ci sono scene della vita di Cristo. Mentre, l’interno della Cattedrale a tre navate, è stato interamente rifatto in stile barocco dopo il devastante incendio che lo distrusse nel XVII secolo.
L’antica Piazza delle Erbe è il luogo di appuntamento per il tranquillo passeggio cittadino, con il “listone” che fiancheggia bancarelle, mercatini e il mercato della frutta e verdura. La piazza è circondata dai simboli del potere che ha governato Ferrara nei secoli, così il Duomo di San Giorgio, il Palazzo Comunale, il cui cortile diventato la Piazza Municipale ed il retrostante Giardino delle Duchesse. Quindi, il Palazzo della Ragione (l’antico tribunale medievale), la Loggia dei Merciai detta anche degli Stracciaioli ed il Campanile, progettato da Leon Battista Alberti realizzato interamente in pietra, con la torre che si ispira ai modelli della classicità romana e la base arricchita da sculture quattrocentesche con i simboli degli Evangelisti.
Una visita merita anche Palazzo Schifanoia, eretto nella seconda metà del Trecento ed ampliato sotto Borso d’Este nel 1470, con sale magnificamente affrescate tra cui il mirabile Salone con il ciclo dei Mesi, tra i maggiori cicli rinascimentali di affreschi pagani, unico esempio sopravvissuto di dimora estense destinata alla rappresentanza e agli svaghi di corte.
Dalla parte posteriore del Castello di diparte Corso Ercole I° d’Este, cuore della ”Addizione Erculea”, interamente pedonalizzato, ha mantenuto intatta la struttura rinascimentale con palazzi dalle belle facciate, portoni e finestre decorate. Il punto più importante è il “Quadrivio degli Angeli” in cui si incontrano Palazzo dei Diamanti, il Palazzo Turchi di Bagno ed il Palazzo Prosperi-Sacrati. Il corso finisce in una bella zona verde, lambendo il parco di Palazzo Massari, tra i polmoni verdi della città, a ridosso delle antiche mura cittadine e della Certosa.
Il Palazzo dei Diamanti è un caratteristico edificio progettato nel 1493 da Biagio Rossetti per creare insolite prospettive ed effetti di luce. Si chiama così per via degli 8.500 blocchi a forma di piramide schiacciata, di marmo bianco striati di rosa, che formano la sua struttura esterna. All’interno è visitabile un cortile rinascimentale con chiostro e pozzo ed al primo piano la Pinacoteca Nazionale di Ferrara che conserva una collezione di opere di eccezionale valore di Cosmè Tura, Andrea Mantegna, Ercole de Roberti e Dosso Dossi. Invece, al pian terreno del palazzo si susseguono da anni straordinarie mostre d’arte.
Ritornando verso il centro cittadino, della più autentica ed ancora magistralmente conservata città medievale da non perdere Via delle Volte, una strada acciottolata che attraversa tutto il centro antico di Ferrara. Un tempo la via aveva una importante funzione commerciale, con le merci che viaggiavano lungo il corso antico del Po, poi deviato con l’”Addizione Erculea”. Le volte, i passaggi ad arco ancora oggi visibili, permettevano di arrivare rapidamente ai magazzini sul fiume senza dover percorrere tutta la strada e senza essere attaccati da qualche ladro. Attualmente la via è poco frequentata, ma per secoli, ebbe anche la nomea di strada malfamata, regno di ladri e prostitute. E quando cala la sera e magari una leggera foschia scende tra queste mura vetuste e si accendono le luci gialle, l’atmosfera ritorna quella di un tempo.
Una visita la merita anche il Ghetto Ebraico, che conserva le memorie di una comunità ebraica tra le più antiche d’Italia, in cui essa venne segregata dal 1627 all’Unità d’Italia. Via Mazzini era la strada principale dell’antico ghetto, in cui un tempo si concentravano i negozi degli ebrei ed i vecchi edifici che hanno mantenuto la loro struttura originaria. Con un assetto urbano fatto di case in cotto, alcune disadorne altre con portali riccamente decorati oppure con balconcini in ferro battuto, la scuola ebraica in cui Giorgio Bassani insegnò durante la segregazione razziale, il vecchio forno delle azzime, l’asilo e l’ospizio. Al suo imbocco verso la piazza della Cattedrale era collocato uno dei cinque cancelli di chiusura del quartiere ed in alto, tra i due archi, una lapide ricorda l’istituzione del ghetto. Ed ancora, il bellissimo cimitero ebraico, in cui è sepolto il grande scrittore, Giorgio Bassani autore tra gli altri de “L’Airone”, che canta e celebra Ferrara ed il suo incantato territorio pure se pervaso di un dolore definitivo, di un malessere esistenziale onnicomprensivo, che pervade ogni aspetto della realtà.
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www.ferraraterraeacqua.it
Piergiorgio Felletti